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Calendario LOGO 2026 – Gennaio: Eddie “The Eagle”

Postato da Andrea Rossato in Calendario, Novità il 1 Set 2025

La storia di Eddie Edwards ha dell’incredibile: è stato il primo concorrente a rappresentare la Gran Bretagna nel salto con gli sci alle Olimpiadi (Giochi Invernali di Calgary del 1998).

Eddie Edwards avrebbe potuto diventare un normale stuccatore, come suo padre e molti altri parenti prima di lui. Ma voleva di più: sognava di andare alle Olimpiadi. Negli anni Ottanta è uno dei pochi atleti inglesi a praticare gli sport invernali. In Inghilterra nevica molto poco e sono quasi assenti gli stabilimenti da sci.
Eddie, dopo un infortunio a calcio da bambino, riuscì a diventare un buon atleta di discesa libera anche se non un fuoriclasse, ed entra così nel piccolo giro della nazionale inglese. Ecco allora una speranza di esaudire i suoi sogni e partecipare alle Olimpiadi a Sarajevo (1984) nella squadra di sci alpino. Speranza che si infranse quando non riuscì a qualificarsi.

Realizza che l’Inghilterra non è il posto adatto alla sua passione per lo sci e si trasferisce a Lake Placid, negli USA, per provare a guadagnarsi la qualificazione a Calgary 1988.
Qui, però, si ritrova a corto di denaro, visto che la federazione non ha fondi e lo sci ha costi troppo alti per lui, figlio di operai.

Ma Eddie non vuole mollare il sogno e allora ha un’idea assurda, un’intuizione folgorante: provarci con il salto dal trampolino, dove la sua nazione non ha nessun candidato e la qualificazione sarebbe meno dispendiosa e complicata. Eddie non era scoraggiato dal fatto che avrebbe dovuto imparare un nuovo sport e non aveva nemmeno tanto tempo per temporeggiare perché i Giochi Olimpici di Calgary erano alle porte.

Il guaio è che Eddie non è un saltatore.

Certo, è bravo con gli sci e nel suo passato ci sono alcuni salti in prove coreografiche: ha saltato file di auto e bus allineati, ma nulla più.
Eddie viene dalla discesa libera e, fisicamente, è troppo massiccio per saltare. E poi ci vede anche male: porta pesanti occhiali da vista sotto la maschera per il salto, con le lenti che si appannano durante le performance.
Non ha nemmeno l’attrezzatura necessaria, così si allena con scarponi di seconda mano dentro cui gli ballano i piedi e cerca di rimediare portando sei paia di calze.
Intanto, per campare, fa mille mestieri, inventandosi  giardiniere, cuoco, babysitter, lavapavimenti e riesce a malapena a sbarcare il lunario.

C’è un altro problema: il salto con gli sci non è uno scherzo. Eddie si cimenta su trampolini da 70 metri e prova anche i 90 metri, rischiando di farsi male. Anzi, si fa male. Allenandosi si rompe la mascella, ma non va all’ospedale perché non ha soldi, dunque si auto-medica e gira con una federa da cuscino che gli tiene su la mandibola.
Sempre più al verde, si ritrova ad allenarsi in Finlandia, lavorando da imbianchino e vivendo in un ospedale psichiatrico al costo di una sterlina a notte. 

In tutto Eddie si è allenato per due anni, arrivando a fare 60 salti al giorno e migliorando, piano, molto piano.

L’inizio non fu promettente: ai campionati del mondo del 1987 ottiene un ultimo posto, ma aveva comunque saltato quasi 70 metri, distanza che gli permise di soddisfare lo standard Olimpico e diventare il primo concorrente a rappresentare la Gran Bretagna nel salto con gli sci alle Olimpiadi.

Calgary 1988 ha reso Eddie the Eagle una vera star

Quando l’atleta volò a Calgary, lo aspettavano i suoi fan con un enorme striscione con scritto “Benvenuto Eddie the Eagle”. È così che Edwards ha ottenuto il suo soprannome. La gente e i media di tutto il mondo erano affascinati dal britannico con gli occhialoni da sci rosa sopra i suoi spessi e buffi occhiali, che non aveva nemmeno i soldi per comprarsi gli sci e l’attrezzatura: usa un casco regalato dagli italiani e sci donati dagli austriaci.

Non ricordiamo Eddie per le sue strabilianti performance atletiche. Se a questo punto vi aspettate un elenco di medaglie e podi, rimarrete delusi. Finì ultimo in entrambe le gare saltando 55 metri nel trampolino da 70 (contro gli 89.5 del vincitore) e 67 metri nel trampolino da 90, in pratica la metà del vincitore, che sfiora i 120 metri. In ogni caso stabilì il suo record personale e quello britannico di 73,5 metri in uno dei suoi salti.

Non di meno però ricordiamo i suoi successi, anche se non si sono tradotti in medaglie iridiate. Quale successo è più grande di quello di un uomo ordinario che, grazie alla determinazione, riesce a coronare i suoi sogni?

Mi piacerebbe dire che ho volato come un’aquila, ma probabilmente ero più simile a uno struzzo” (Eddie Edwards)

Eddie aveva espresso alla perfezione l’idea del fondatore del moderno movimento Olimpico, Pierre de Coubertin, per il quale la cosa più importante nei Giochi Olimpici non è vincere ma partecipare. Il presidente del Comitato Organizzatore, Frank King, menzionò persino Eddie durante la cerimonia di chiusura:

Alcuni di voi hanno infranto record mondiali, altri hanno stabilito record personali. Altri si sono librati in volo come aquile”. (Frank King – presidente del comitato organizzatore)

La vita Olimpica di Eddie nel salto con gli sci non durò a lungo. Poco dopo Calgary, fu istituita la cosiddetta “Eddie the Eagle Rule”, che impediva l’accesso ai Giochi agli atleti che non avessero precedentemente dato prova di sé ai Campionati mondiali ed europei. Questo, oltre a numerosi infortuni, non ha permesso al britannico di qualificarsi per altre edizioni dei Giochi Olimpici. Ma la cosa più importante fu che Eddie raggiunse il suo obiettivo e dimostrò che anche i sogni più smisurati a volte possono tradursi in realtà.