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Calendario LOGO 2026 – Marzo: Ambra Sabatini
Quel giorno, fra l’asfalto, l’elicottero e l’ospedale aveva anche questi pensieri: «Magari non riesco più a camminare bene e poi come faccio a correre?». Immagina una possibilità: «Però se la amputano posso ritornare in pista». Aveva già visto su YouTube gare paralimpiche: «Insieme a papà. Mi motivavano». C’era Martina Caironi che vinceva medaglie a Giochi e Mondiali. «L’atletica faceva parte della mia vita prima dell’incidente. Mezzo-fondo, allora non pensavo alla velocità». Una parte importante, visto che la mente era sempre a quello anche mentre era in un letto di ospedale: «Smettere di correre era fuori discussione. Sapevo che ce l’avrei fatta. La voglia c’è stata da subito».

Ecco, Ambra, toscana del gennaio 2002, è una tipa così.
Capace di diventare la sprinter più veloce del mondo e di puntare alla Paralimpiade quando è passato poco più di un anno e mezzo da quella amputazione che le ha tolto una gamba, ma non sogni e futuro. Ha sempre avuto quella testa lì: «Una cosa non è cambiata: l’ambizione. Volevo arrivare ad alto livello». Era il 5 giugno 2019, scuola che stava per finire, casco in testa e in moto con papà verso gli allenamenti sulle strade dell’Argentario.
Una curva e un’auto che invade la corsia per un sorpasso. Lo scontro. «Sono sempre rimasta cosciente. Non volevo svenire, non sapevo cosa sarebbe potuto accadere». Vicino c’era un camion dei pompieri. Le fermano l’emorragia alla gamba, con un elicottero viene portata a Firenze. «lo ripetevo: guardate che devo andare agli allenamenti». Ci tornò non molti mesi dopo.
Poco più di due mesi di ospedale, fra cure e riabilitazione. «Scaricai un’applicazione per tenere una specie di diario. Non volevo perdere nulla». L’8 agosto il ritorno a casa: «Era estate e amo il mare. Prima cosa: sono andata in spiaggia a nuotare. Potevo fare solo quello, non avevo ancora una protesi». Quella arriva a settembre, con un nuovo ricovero. «Fu dura, non la sentivo parte di me, era pesante, facevo fatica a camminare. Ancora oggi per me è più facile correre con le lame».
Ancora in ospedale inizia a fare ricerche sul movimento paralimpico, sulle protesi sportive, su gare e campionati.
Grazie all’associazione art4sport, di cui è socia, sono arrivate le protesi da corsa.
Ambra, lo sprint in testa
Prima gara a Jesolo a fine estate: «Era I’11 settembre, o stesso giorno in cui ripresi a camminare un anno prima». Giunge terza sui 100 metri dietro alle due sprinter migliori del mondo.
Agli Assoluti indoor di Ancona di gennaio la prima affermazione, con l’oro sui 60 metri lasciando dietro proprio le due sprinter sfidate qualche mese prima. Ma il mese dopo arriva il viaggio a Dubai per il Grand Prix di atletica ed ecco qui: non solo l’oro, ma il record mondiale sui 100 (la categoria è la T63, quella appunto che riguarda chi è amputato di gamba sopra il ginocchio) con 14”59.
«Penso che ogni nostra imperfezione posta raccontare chi siamo. Mi sono rimaste delle cicatrici su un braccio, Mi piacciono, fanno parte della mia storia. Fin da piccola volevo essere anticonformista, anche la scelta di fare sport forse è nata da questo. Credo che la diversità renda il mondo più bello. Non bisogna vergognarsi di ciò che siamo», Pensieri che nascono anche grazie a una bella famiglia: Il papà Ambrogio e la mamma Lorenzina, il fratello gemello Lorenzo, che ama il calcio. Sarà una delle grandi sensazioni mondiali dei Giochi giapponesi. E già dentro il movimento paralimpico: «Voglio mostrare a chi magari ha vissuto momenti come i miei quanto lo sport sia il modo migliore per capire che si può avere una vita piena e felice, in qualunque condizione. Se i miei risultati possono servire a questo, sono già contenta. Se poi arrivano le medaglie, meglio».
Nel Grand Prix di Dubai in cui ha corso i 100 metri piani nella categoria T63 in 14″59, registrando il nuovo record mondiale paralimpico, valido per la qualificazione ai Giochi paralimpici di Tokyo.

È proprio a Tokyo che vince la sua prima medaglia iridiata. È oro nella sua categoria, con un tempo che diventa record mondiale, superando quello da lei sempre registrato a Dubai.
Il 13 luglio 2023 conquista l’oro ai mondiali di Parigi, registrando (di nuovo) il record del mondo con 13″98.
Nel 2024 arriva in finale alle paralimpiadi di Parigi ma, a causa di una caduta negli ultimi metri, non riesce a conquistare il podio.